Stop del Tar del Lazio all’aggiudicazione della “gara comunitaria centralizzata a procedura aperta finalizzata all’acquisizione del Servizio Centro unico di prenotazione (Cup) occorrente alle Aziende Sanitarie della Regione Lazio”. I giudici amministrativi hanno infatti deciso di “dover sospendere gli effetti dei provvedimenti impugnati”, rinviando la trattazione del merito nell’udienza fissata per il prossimo 26 aprile. Perché il collegio della sezione Terza Quater ha “ritenuto che le doglianze sollevate dalla ricorrente necessitano di un approfondimento di esame, da effettuarsi necessariamente nella successiva fase di merito” dopo i ricorsi presentai dal Consorzio Leonardo servi e lavori e Società Cooperativa Consortile Stabile contro l’aggiudicazione a favore della Rti Cns.
Un’aggiudicazione deliberata nel settembre scorso per un importo complessivo pari a 177 milioni 742.908 euro per i prossimi 4 anni in tutte le 10 Asl e le 6 Aziende ospedaliere laziali. Con cinque lotti: il primo per l’Asl Roma 2 e l’Ifo (prezzo offerto 44 milioni e 558mila euro), il secondo per le Asl Roma 6, Latina e Frosinone (38 milioni e 638mila euro), il terzo per le Asl Roma 3 e 5, Spallanzani, Tor Vergata e San Camillo (33 milioni e 941mila euro), il quarto per Sant’Andrea, Umberto I e Asl Roma 1 (31 milioni e 230mila euro) e il quinto per le Asl Roma 4, Rieti e Viterbo (29 milioni e 373mila euro).

Però il capitolato della gara era già stato contestato da alcuni lavoratori, che nell’ottobre scorso erano scesi in piazza davanti alle sedi dell’Asl Roma 3 e dell’ospedale Sant’Andrea. Per il nosocomio di via di Grottarossa il capitolato prevede un “costo annuo del personale di 884.506 euro” per una spesa annuale di oltre un milione. Però, con queste cifre, “oltre la metà degli 80 lavoratori impiegati nel servizio Cup del Sant’Andrea, il 30% dei quali con disabilità, rischia di perdere il proprio posto di lavoro – ha denunciato Massimo Mattei, responsabile della UIL FPL – su un totale annuo di 123.266 ore, calcolate in base ai contratti individuali attuali dei lavoratori, si arriva finora a 102.451 ore (togliendo le ferie ed una percentuale di malattia e di benefici legati alla legge 104 sull’invalidità). Ma col cambio appalto, rispetto alle ore previste nel Bando di 49.712 ore, il taglio si aggira sul 51% del monte orario”. Poi, dopo le minacce di sciopero, l’Azienda ospedaliera ha deliberato la proroga fino al giugno prossimo dell’attuale gestore, confermando gli 80 dipendenti in servizio ormai da anni negli sportelli del nosocomio. Una soluzione tampone favorita anche dalla presentazione di questi ricorsi al Tar, che ieri sono approdati nella prima fase cautelare.
Ma la protesta e lo stato di agitazione degli operatori del Cup si era in ogni caso allargata, nel dicembre scorso, anche al Policlinico Umberto I, con assemblee indette dalla UIL FPL contro la “carenza di organico cronica e la riduzione di operatori di Segreteria CUP che si trovano a gestire una mole di agende di una certa complessità”.
[articolo estratto da IL TEMPO di Antonio Sbraga del 4 febbraio 2023]