UIL FPL Nazionale, in Sanità serve un serio piano assunzionale

21 Dic 2022

È stato presentato dal Ministero della Salute e MEF una proposta di schema di Decreto che definisce la nuova metodologia di calcolo per determinare il fabbisogno di personale del SSN.

Si tratta, così come dichiarato dal Ministro Schillaci, di una metodologia sperimentale, elaborata da Agenas, prevista dalla legge di bilancio 2022 (art. 1 comma 269 L. 234/2021) che permetterebbe l’assunzione di personale in parziale deroga al tetto di spesa vigente (con un ulteriore incremento di spesa autorizzato pari al 5% dell’incremento del Fondo Sanitario Nazionale) per gli anni 2023, 2024, 2025.

La UIL FPL ha analizzato il testo, del quale inviamo un breve commento.

Quella del fabbisogno di personale è una questione annosa sulla quale da tempo come organizzazione sindacale ci siamo espressi, rivendicando a gran voce un piano straordinario di assunzioni per ridare respiro alle tante lavoratrici e lavoratori che prestano da troppo tempo la loro professionalità ormai ai limiti del tollerabile, con carichi di lavoro estenuanti, retribuzioni basse, assenza di tour over, salti riposo e molto ancora.

Ciò che appare immediato in questa situazione è l’unilateralità con la quale viene valutata, come se il problema fosse solo tecnico, non richiedesse alcun coinvolgimento delle parti sociali, ma soprattutto come manchi dell’elemento fondamentale: l’eliminazione del tetto di spesa che limita fortemente le assunzioni.

La metodologia messa a punto da Agenas e recepita dal Dm subordina l’aggiornamento del tetto al fabbisogno di personale alla piena applicazione del dm 70, il che è un presupposto corretto, in quel Dm70 si parla di assegnazione di uno standard di posti letto separatamente per i ricoveri per acuti e per i ricoveri di riabilitazione e di lungodegenza post-acuzie; si definisce il sistema di classificazione delle strutture ospedaliere con la definizione di bacini di utenza minimi e massimi per ciascuna disciplina ecce cc ma non tutte le regioni si sono allineate , per molteplici ragioni e quelle non allineate restano escluse dalla possibilità di operare nuove assunzioni.

Dal punto di vista giuridico, si può considerare corretto e conveniamo come Uil fpl che essendo il dm 70 in vigore, non deve essere disatteso, ma resta il fatto che una metodologia basata su un impianto programmatorio che oggi non ha trovato piena realizzazione e al quale non sono stati fatti interventi e monitoraggi perché lo stesso si applicasse non può, a sua volta, diventare presupposto e vincolo, altrimenti come possiamo riscontrare non fa che acuire la crisi in corso.

L’altra questione è che questa metodologia appare riportare il paese in quegli anni di politiche neoliberali che hanno portato il sistema sanitario da una responsabilità politica di diritto alla salute verso una sorta di gestione manageriale affermando un paradigma selettivo della salute stessa allontanandolo da quei punti fermi della storia introdotti dall’importante legge 833 del 1978, nelle sue caratteristiche universalistiche, sociali e di prevenzione.

Come UIL FPL, riteniamo che parlare “di ricette” per affrontare e risolvere il problema dell’enorme carenza di personale del sistema sanitario e della riforma della medicina territoriale, senza eliminare completamente il tetto di spesa sia controproducente e inefficace.

La tutela della salute non è più e non può essere un problema di calcolo e numeri.

Conveniamo che condividere degli standard di personale sia necessario, è all’evidenza di tutti come nei pronti soccorsi e in corsia, medici e infermieri sono le figure di professionisti maggiormente interessati dal calcolo vertiginoso degli standard minimi di servizio, ma è necessario trovare strumenti che diano risposte al bisogno assistenziale, alla complessità assistenziale, ai livelli di intensità assistenziale.

Dalle tante lavoratrici e lavoratori che quotidianamente incontriamo riscontriamo come “la vita di corsia” non abbia più il fascino di un tempo, oggi a predominare sono turni massacranti, aggressioni fisiche e verbali, rischio di burn-out, emolumenti inadeguati.

I dati sulla carta prospettati da questo schema non solo non sono abbastanza, sono persino ambiziosi alla luce di un SSN che non è più attrattivo.

L’assenza di un Finanziamento adeguato da parte della manovra di bilancio rende “inutile” qualsivoglia tentativo numerico contabile in un contesto di contenimento della spesa sanitaria pubblica, di divaricazione delle traiettorie regionali, di abbandono della prevenzione.

Abbiamo la responsabilità di agire, per evitare che le disuguaglianze in questo Paese impoveriscano il sistema salute, superando gli attuali limiti legislativi relativi alle spese di personale e dei vincoli sulla consistenza complessiva dei fondi contrattuali, responsabilizzare le Regioni nella definizione delle risorse da destinare al trattamento accessorio per allineare le retribuzioni dei professionisti e superare le vergognose sperequazioni tuttora presenti in alcune Regioni definendo finalmente i criteri di verifica della coerenza programmatoria delle reti ospedaliere in modo chiaro e trasparente.